28 Aprile 2024

Quel che caratterizza la celebrazione del giorno della memoria è che si sono dimenticati tutti di cosa dovevano ricordarsi. In realtà non esiste un rischio di rendere vuota e retorica questa data. Perché non è un rischio, è esattamente quello che sta accadendo.

Sei milioni di ebrei sterminati vengono ogni giorno messi in “competizione” con altri orrori, strumentalizzati a seconda delle circostanze. Tutto pur di negare l’unicità della Shoah: un genocidio razionale, ben organizzato, che si avvaleva della tecnologia e di impianti efficienti per sterminare un popolo intero nel cuore dell’Europa. Gli ebrei.

Scopo iniziale pianificazione sterminio: uccidere 11 milioni di ebrei in varie fasi. Censire tutti gli ebrei che vivevano nei paesi controllati dai nazisti, costretti a registrarsi presso le polizie locali, dove erano stati già da anni privati dei loro diritti civili e umani oltre che dei mezzi di sostentamento, impedendogli di svolgere qualsiasi attività. Catturare gli ebrei, uomini, donne, bambini e anziani nelle loro case e depredarli di tutti i loro averi. In Belgio, Bulgaria, Boemia e Moravia, Francia, Grecia, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Ungheria. Complice anche la Svizzera.”neutrale”, che permise il passaggio dei treni, mentre le banche svizzere fornivano ai nazisti il necessario accesso ai mercati internazionali, commerciando l’oro rubato. Caricare tutti gli ebrei catturati sui treni, i treni della morte, senza cibo e acqua. Deportati, ammassati nei vagoni come bestie, con un unico secchio per i loro bisogni che costringeva uomini e donne a un’ulteriore umiliazione. Organizzare il loro trasporto verso i campi di sterminio tramite la rete ferroviaria europea. Arrivo nei campi di sterminio. Selezione tra i più in salute, costretti a lavorare e i meno forti, avviati immediatamente alle camere a gas. Utilizzare parte dei prigionieri come cavie per una serie di mortali esperimenti “scientifici”. Rinchiudere gli ebrei in camere da dove fuoriusciva lo Zyklon B, il nome commerciale del gas cianidrico. Insieme agli ebrei anche omosessuali, Rom e oppositori politici del nazifascismo. Risultato finale pianificazione sterminio: 6 milioni di ebrei morti.

L’unicità di quanto descritto non è confutabile.

Il tentativo in corso di far dimenticare l’unicità della Shoah è altrettanto inconfutabile. Perchè il giorno della memoria venne istituito per ricordare le vittime di quel genocidio pianificato e portato a termine con fanatica dedizione dai nazifascisti. Dalle Foibe alla guerra in Medio Oriente, restando evidente che ogni singola vita umana sottratta è un oltraggio all’intera umanità, il tentativo di comparare le tragedie seguite alla seconda guerra mondiale alla Shoah è un falso storico e una guerra dichiarata agli ebrei. Evidenza che non toglie nessun orrore alla morte di migliaia di persone in conflitti di cui non sono responsabili.

Alla base della Shoah e della sua negazione, del tentativo di occultarne la memoria c’è il convitato di pietra del mondo contemporaneo, quello sì sopravvissuto al genocidio dei campi di sterminio: l’antisemitismo, nemico dell’umanità intera. Ma occorre un’ulteriore specificazione per chiamare le cose con il loro nome esatto. Più che di antisemitismo dobbiamo parlare di odio anti ebraico, di un antigiudaismo che precede di molti secoli quello che diverrà l’antisemitismo verso la fine dell’800, quando nascono le teorie sulla razza.

L’odio anti ebraico che fa più paura non è quello di Hamas, non quello di Hezbollah, non quello dell’Iran, non quello dei neonazisti dichiarati.

L’odio anti ebraico che destabilizza la società è quello del tuo amico che tira in ballo il banchiere di origine ebraica Soros come padre di tutti i “complotti”, è quello della finanza in mano agli ebrei di cui ti parla il barista sotto casa, è quello delle persone con cui fai politica che “però gli ebrei”, è quello di un’inoffensiva vecchietta come la zia che spiega al nipote che i giudei sono tutti usurai. L’orrore alberga in quella semplicità, in quella banalità che ha reso possibile lo sterminio prima e durante la seconda guerra mondiale giorno dopo giorno. E senza mezzi termini va detto che oggi l’odio anti ebraico più in voga è quello di chi si nasconde dietro il giusto diritto del popolo palestinese a vivere in un proprio stato sovrano, per chiedere l’annientamento di un altro popolo e un altro Stato, quello d’Israele.
Combattere l’odio anti ebraico, combattere l’antisemitismo, significa essere ostili a qualsiasi forma di odio razziale verso chiunque.

Identificare i governi israeliani con gli israeliani, dimenticando, volutamente, che in Israele il 22% della popolazione è araba e ha espresso un partito che ha fatto parte di una coalizione di governo, significa soltanto voler colpire gli ebrei indiscriminatamente. Identificare gli israeliani con Netanyhau è un’operazione politica priva di logica oltre che una manipolazione. E’ come dire che gli italiani sono tutti di destra perché al governo c’è Giorgia Meloni con la sua coalizione di destra che si rifiuta di riconoscere il nazifascismo come crimine.

Il 7 ottobre 2023 ha aperto una pagina nuova nella storia dell’odio anti ebraico contemporaneo.

Ci sono voluti tre mesi prima che il segretario generale dell’Onu condannasse ufficialmente in una risoluzione il pogrom di Hamas. Nemmeno dal mondo accademico italiano e da quello delle università più prestigiose nel mondo, tranne che  alcuni casi, come La Sapienza, è venuta una netta condanna contro le manifestazioni anti ebraiche, confondendo volutamente la libertà d’espressione con l’apologia di un crimine. Se l’antisemitismo della prima metà del secolo scorso poteva cogliere di sorpresa parte della società per le sue proporzioni e diffusione, l’odio anti ebraico di oggi non può più nascondersi dietro il semplicismo del “non sapevamo” che ha assolto in passato la responsabilità dei singoli.

Un aspetto meno citato del libro 1984 di Orwell, ricordato soprattutto per il controllo dei cittadini tramite uno schermo, è invece quello della riscrittura della storia. I contenuti di libri, giornali, film e documenti vengono riscritti continuamente, espellendo tutto quanto non sia in linea con le idee dominanti. Tutti i fatti che rivelino contraddizione fallibilità del potere vengono periodicamente e sistematicamente cancellati e sostituiti. Soltanto che non è più un libro, non è il 1984, è il 2024, è la realtà contemporanea.

Per questo motivo il giorno della memoria, nato per ricordare la Shoah, è diventato il giorno della dimenticanza. E a questa dimenticanza noi di Memoria e Verità non intendiamo partecipare.

 

Gianluca Cicinelli (Giornalista, nato a Roma, direttore di Radio Città Futura negli anni ’90, si occupa di inchieste sui misteri italiani, organizza corsi di giornalismo popolare, coordina il progetto dell’associazione Diogene sulla povertà. È uno dei soci fondatori di Memoria e Verità per le vittime del terrorismo – aps).

 

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