29 Aprile 2024

Quella che vedete nelle foto è Eliana Pavoncello, presidente della nostra associazione Memoria e Verità per le vittime del terrorismo, dedicata a combattere la vittimizzazione secondaria.

X ElianaNon ama apparire e l’unico motivo per cui vedete queste foto è perché un individuo, che forse ha voluto darci una mano per far meglio comprendere cosa sia la vittimizzazione secondaria, l’ha esposta alla gogna pubblica su X, già Twitter. La colpa addebitata ad Eliana, già vittima insieme al marito dell’attentato alla sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982, il motivo per cui questo signore ha ritenuto di doverla indicare al disprezzo dei suoi follower, è di aver espresso, nei commenti sotto ai post del tizio in questione, le sue posizioni molto critiche verso utenti che respingevano totalmente qualsiasi responsabilità di Hamas e dei palestinesi nel conflitto in corso in Medio Oriente. Innervosito dalla costanza dei commenti di Eliana, che scriveva sotto il nick di Scriviperme, che non è una sigla anonima, basta digitare su google “scriviperme” ed esce fin dal primo risultato il nome di Eliana Pavoncello, esattamente come ha fatto il tizio in questione, questo tale ha evidentemente ritenuto che l’esposizione pubblica del suo volto fosse la “punizione” esemplare per aver esposto le sue idee.

Curiosamente ha preferito esporre le foto di Eliana al “ban”, che ha minacciato più volte senza metterlo in pratica. Il motivo di queste righe non è la discussione e i suoi termini. Probabilmente anche tra noi soci di Memoria e Verità abbiamo visioni non coincidenti sul Medio Oriente. Il punto è la modalità di reazione a un’opinione non gradita, esponendo a possibili rischi di sicurezza una persona, in un momento particolarissimo in cui l’odio contro gli ebrei domina le manifestazioni pubbliche in tutto il mondo. Cosa voleva ottenere il tizio evidenziando il volto di chi aveva criticato i suoi post e i commenti, quando sarebbe bastato, ad esempio, bannare la stessa persona?

Con la stessa intraprendenza con cui ha cercato il suo nome il tale avrebbe potuto anche conoscere la sua storia, che è pubblica. Ma in questi tempi di odio è chiedere troppo a delle menti semplici. Le azioni legali faranno il loro corso nelle sedi adeguate, e il motivo per cui abbiamo coperto il nome del tizio, oltre a un’etica differente dalla sua di cui siamo fieri, è il suo anonimato culturale nel mare di odiatori di ebrei del mondo. Uno tra tanti.
Uno tra i tanti che ritengono che tutti gli ebrei sono uguali. Che si possano identificare tutti gli ebrei con i governi israeliani, che un’estremista di destra israeliano sia uguale a un pacifista israeliano. Che l’opinione di chi ha subito il terrorismo dell’estremismo palestinese sulla sua pelle non conti nulla e la sua opinione vada
esecrata. Questo è esattamente ciò che intendiamo per vittimizzazione secondaria e questa impostazione culturale e antistorica di cancellazione del dolore che non piace a qualcuno è uno degli scopi per cui è nata Memoria e Verità e continuerà a esistere.

Gianluca Cicinelli (Giornalista, nato a Roma, direttore di Radio Città Futura negli anni ’90, si occupa di inchieste sui misteri italiani, organizza corsi di giornalismo popolare, coordina il progetto dell’associazione Diogene sulla povertà. È uno dei soci fondatori di Memoria e Verità per le vittime del terrorismo – aps).

 

 

In copertina foto  Freepik

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Memoria e verità