30 Aprile 2025

Paolo Scotto di Castelbianco
Paolo Scotto di Castelbianco è un critico enogastronomico e direttore della Scuola di Formazione del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica.

Paolo Scotto di Castelbianco, nel suo saggio “Cinema e soft power come strumento contro la radicalizzazione islamica”, analizza come l’industria cinematografica possa essere utilizzata come mezzo efficace per contrastare l’estremismo islamico attraverso il soft power. Questo contributo è incluso nel volume collettivo “Jihadismo e carcere in Italia”, pubblicato nel 2020, che raccoglie diverse analisi sul fenomeno della radicalizzazione e sulle strategie per affrontarlo. 

Nel suo intervento, Castelbianco esplora il concetto di soft power, introdotto dal politologo Joseph Nye, che si riferisce alla capacità di influenzare gli altri attraverso l’attrazione e la persuasione, piuttosto che con la coercizione. Egli sostiene che il cinema, in quanto forma d’arte popolare e accessibile, possiede un potenziale significativo nel plasmare opinioni e atteggiamenti. Attraverso la narrazione cinematografica, è possibile promuovere valori di tolleranza, dialogo interculturale e comprensione reciproca, offrendo alternative positive alle ideologie radicali.

Un esempio concreto di questo approccio è rappresentato da film che raccontano storie di individui che resistono alla radicalizzazione o che riescono a deradicalizzarsi. Queste narrazioni possono fornire modelli di comportamento positivi e dimostrare che esistono percorsi alternativi alla violenza. Inoltre, film che mettono in luce le somiglianze tra culture diverse possono contribuire a ridurre pregiudizi e stereotipi, favorendo una maggiore comprensione e rispetto reciproco.

Castelbianco evidenzia anche l’importanza della collaborazione internazionale nella produzione e distribuzione di questi film. Partnership tra paesi occidentali e nazioni a maggioranza musulmana possono facilitare la creazione di contenuti autentici e culturalmente sensibili, aumentando l’efficacia del messaggio trasmesso. Inoltre, la distribuzione di questi film attraverso piattaforme digitali e festival cinematografici internazionali può ampliare la loro portata, raggiungendo un pubblico più vasto.

Tuttavia, l’autore riconosce che l’utilizzo del cinema come strumento di soft power presenta delle sfide. La censura, le barriere linguistiche e le differenze culturali possono limitare l’impatto di questi film. Pertanto, è fondamentale adottare un approccio sensibile e rispettoso delle diverse tradizioni culturali, evitando rappresentazioni stereotipate o offensive.

In conclusione, Paolo Scotto di Castelbianco propone il cinema come un mezzo potente e versatile per combattere la radicalizzazione islamica attraverso il soft power. Promuovendo valori di tolleranza e comprensione attraverso narrazioni coinvolgenti e autentiche, l’industria cinematografica può contribuire in modo significativo alla prevenzione dell’estremismo e alla costruzione di ponti tra culture diverse.

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